Google ha reso disponibile due server DNS utilizzabili liberamente da tutti, i cui IP sono 8.8.8.8 e 8.8.4.4
Ogni provider ha dei server DNS utilizzabili dai propri utenti, ci sono sempre stati, ma non hanno mai fatto notizia. Se Google ha due server DNS pubblici tutti ne parlano, se li ha PippoTel non se li fila nessuno: è la stampa, bellezza! Così tutti adesso si chiedono non solo perché Google abbia due server DNS pubblici, ma anche perché inviti la gente ad usarli.
Partiamo dall’inizio: un server DNS permette di tradurre un nome di host in un indirizzo IP; il nome di un host (www.hypertrek.info) è comprensibile dagli umani, mentre l’indirizzo IP (87.118.118.75) è comprensibile dalle macchine (e dai SysAdmin, che non rientrano in nessuna delle due categorie, ma è un altro discorso).
Quindi, se non avete configurato l’indirizzo di almeno un server DNS funzionante e raggiungibile, non andate molto lontano, se siete dei normali utenti della Rete.
Per come è strutturato, quanto il server DNS rilascia una risposta (ovvero una corrispondenza nome->IP) allega anche un dato chiamato TTL (time to live), che rappresenta la validità, in secondi, di quel dato, scaduta la quale il computer dovrà interrogare di nuovo il server DNS per risolvere il nome. Questo permette di ridurre il traffico di rete ed è il motivo per cui il vostro provider quando fate delle modifiche ad una zona DNS vi dice che ci vuole del tempo perché la modifica “si propaghi”. In realtà non c’è qualcosa che si propaga come un’onda d’urto, semplicemente devono scadere tutti i TTL memorizzati nei vari computer della Rete.
Il TTL è definito dal gestore della zona e varia da zona a zona: hypertrek.info ha i propri TTL che decido io, fantascienza.com i TTL che decide S* e così via.
Quanto sopra per chiarire alcuni concetti base del Domain Name System.
Ora la domanda che in molti si pongono: se io configuro i DNS di Google che dati fornisco a BigG? La risposta è: le macchine che il vostro computer contatta e la frequenza con cui lo fa (entro certi limiti).
Se configurate i DNS di Google non rivelate gli URL completi (protocollo + host + path) dei siti che andate a vedere, non rivelate le password, non rivelate dei contenuti. In buona sostanza, se voi scrivere ping www.
microsoft
.com
dalla command line o se voi fate http://www.microsoft.com
sul vostro bowser, per il DNS di Google sono la medesima cosa.
Secondo me, quello che interessa a BigG non sono tanto i siti che un Luigi Rosa (uno dei tanti Luigi Rosa di questa Terra) qualsiasi va a vedere, ma i “rapporti di forza” tra i vari nomi a dominio. Se io so che il mio DNS riceve 10 richieste al minuto di drpepper.com
e 100 di fullers.co.uk
capisco due cose: (a) il brand britannico di ale è dieci volte più famoso della bevanda immonda americana e (b) i miei utenti sanno bere bene.
Queste informazioni, se prese su un campione significativo di utenti possono essere molto utilis, specialmente se le si aggrega in vari modi (area geografica, periodo del giorno, della settimana, dell’anno…).
Ho fatto alcuni test di velocità dalla mia linea di casa (ADSL di British Telecom) facendo una query di www.hypertrek.info sul mio DNS locale e su quello di Google:
DNS locale | DNS di Google | |||
ms | TTL | ms | TTL | |
Prima query | 596 | 3600 | 169 | 3600 |
Seconda query | 0 | 3560 | 69 | 3556 |
Dalla tabella si capiscono alcune cose:
- il DNS di Google è effettivamente veloce, anche se, nel mio caso, si trova a 15 salti da casa
- la prima query di un DNS dietro un’ADSL è necessariamente più lenta di una query di un DNS che ha la banda di Google
- dalla seconda query fino alla scadenza del TTL un DNS locale è più veloce perché non impegna nessuna banda
- Google non modifica i TTL “al ribasso” per forzare i client a chiedere i dati più spesso (e, quindi, avere una base statistica maggiore).
Questo servizio è senz’altro utile per casi di necessità o emergenza, anche per l’estrema facilità di memorizzazione degli IP. Personalmente, non utilizzerei un server DNS pubblico, ma ammetto che avere un DNS locale possa richiedere qualche tipo di conoscenza che non tutti hanno.
È bene ricordare che un’interruzione di servizio del DNS di Google potrebbe lasciare a piedi molti utenti in una botta sola. Se proprio si vuole utilizzare quel DNS, utilizzare un altro DNS diverso da 8.8.4.4 come secondario.
Chi cerca una terza alternativa tra un DNS locale e quello di Google puo valutare Open DNS.
Aggiunta del 5 Dicembre: come mi fa giustamente notare Markino e come rileva anche Stefano Quintarelli, l’utilizzo di DNS centralizzati, siano essi quelli di BigG o di OpenDNS, rallenta la fruizioni di contenuti distribuiti via CDN. Una ragione in più per utilizzare DNS locali o, comunque, prossimi al proprio host.
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