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Goodbye Bill!


Leggo sulla BBC che venerdì 27 giugno Bill Gates lascerà il ruolo di executive chairman di Microsoft per diventare non-executive chairman. In poche parole, lavorerà per la società che ha fondato nel 1975 solamente un giorno la settimana e non sarà più la persona che prende le decisioni.

Non sarò io a dire se Bill Gates come uomo o la Microsoft come azienda abbiano fatto il male o il bene dell’informatica: questi sono giudizi che toccherà alla storia emettere.

Ricordo quando ho iniziato a picchiare su queste tastiere: erano i primi anni ’80 e “informatica” era il sinonimo di “IBM”, la ditta che ha commesso l’incredibile errore di non vedere la potenzialità dei PC che lei stessa aveva creato e per il cui sistema operativo aveva appaltato il lavoro a una piccola azienda in outsurcing.

Microsoft per un certo periodo è stata “il bene” che combatteva contro IBM, “il maligno”. C’è stato poi un cambiamento di prospettiva dopo il quale “informatica” è diventato sinonimo di “Microsoft”, la quale ha iniziato ad essere “il male”, anche se non si capiva bene chi fosse “il bene”.

Cosa succederà in Microsoft? Probabilmente l’azienda si rivolgerà più al mercato business e meno a quello consumer, o probabilmente continuerà a tenere tanti piedi in quante più scarpe le sarà possibile, smantellando ogni due anni quel che aveva appena finito di costruire e vendere come l’assoluta punta di diamante della tecnologia.

Intanto credo che vada reso quantomeno l’onore delle armi a Bill Gates, che lascia la sua carica: fra qualche anno, quando “informatica” sarà il sinonimo di “Google”, potremmo fermarci a ricordare di quando Google era “il bene” e Microsoft “il male”.


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