Non che pretenda di essere l’unica persona al mondo a chiamarmi Luigi Rosa, ma credo che iniziamo ad essere un po’ in troppi.
Passi per l’amico Luigi Rosa (mai incontrato) con cui ho scambiato l’account di Skype per il gusto di vedere ogni tanto che Luigi Rosa si collega a Skype.
Passi per il doppiatore e presentatore che ora si fa chiamare Gigi Rosa, spero non per colpa di noialtri Luigi Rosa.
Passi per la signorina allo shop (loro la chiamano boutique, ma mi sembra che se la tirino un attimino) Nespresso che ogni volta mi diceva «Luigi Rosa, residente a ***?» (ometto, è un comune appena ad est di Milano) e quando l’ultima volta ho detto «Luigi Rosa, ma quello di Pavia, non quello di ***» mi ha dato una tessera RFID (fighissima, manco fosse la tessera di un fitness club esclusivo di Londra) spiegandomi che dalla prossima volta con quella non ci sarebbero stati malintesi.
Passino tutti questi divertenti siparietti quotidiani, ma quando ieri la signorina del call centre dell’ENI presso il quale stavo attivando un contratto di fornitura con sconto mi dice «mi scusi, mi può dire il codice cliente che le ho appena dato che qui ci sono un sacco di Luigi Rosa» ho avuto l’impressione che qualcuno di noi abbia esagerato con la creazione di istanze di se stesso.
Messaggio a tutti i Luigi Rosa: non inflazionamoci!!!
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