O potete anche farvelo leggere da un sintetizzatore vocale, o anche da un fine dicitore: io non mi sognerò certo di pensare che voi stiate violando qualche astrusa interpretazione delle leggi sul diritto d’autore.
Come ho accennato nell’articolo di Fantascienza.com, l’annuncio della funzione text to speech del nuovo Kindle 2 di Amazon ha scatenato le ire dei difensori degli incassi dei diritti d’autore. Secondo i sostenitori di questa teoria, la funzione di sintesi vocale del Kindle 2 violerebbe i diritti degli audiolibri.
Qualsiasi persona con un minimo di senno e di esperienza con la voce sintetizzata e gli audiolibri capisce quanto assurda sia questa ipotesi per i seguenti motivi:
- gli audiolibri sono narrati da speaker o attori professionisti che recitano i testi oltre che leggerli. La lettura è spesso accompagnata da rumori di sottofondo che aiutano a contestualizzare la narrazione;
- la voce sintetica è monotòna ed è già tanto se riesce ad interpretare correttamente le pause dei segni di interpunzione;
- i sintetizzatori vocali sono stati introdotti nel mercato home e desktop attorno al 1990 (anno più anno meno); molti sistemi operativi attuali hanno una funzione di lettura vocale del testo. In quasi venti anni mai nessuno si è mai sognato di formulare un’accusa di violazione di copyright;
- la funzione di lettura sintetica favorisce chi ha problemi (anche temporanei) di vista o chi vuole fruire dei contenuti legittimamente acquistati in scarsa condizione di visibilità.
Queste teorie di presunta illegalità sono state espresse da Paul Aiken, direttore esecutivo della Authors Guild americana, sul Wall St. Journal. L’analogia tra voce sintetica e audiolibro è talmente risibile che traspare nettamente il secondo fine di Aiken, ovvero quello di “colpire” un bersaglio importante come Amazon per riuscire ad ottenere dei soldi. Tra l’altro Aiken ignora (o finge di ignorare) che Amazon è proprietaria di Audible, un sito che vende audiolibri.
Va detto che il fronte degli autori non è compatto e c’e’ già qualcuno, come Neil Gaiman, che si dissocia da queste posizioni.
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