Ogni tanto mi capita di acquistare cibi o bevande online per provare prodotti locali o per avere prodotti che non riesco a trovare vicino a me.
Tra i vari aspetti del commercio elettronico che lo differenziano da quello in presenza ci sono gli imballaggi.
Se nel commercio in presenza basta una borsa o un cartone qualsiasi, nel commercio elettronico l’imballaggio è quello che fa la differenza tra un prodotto che arriva intero e uno che arriva distrutto.
Qui di seguito citerò due esempi di imballaggi di bottiglie: uno ben fatto l’altro decisamente da migliorare. Verrà citato il nome del solo esempio virtuoso perché l’altro negozio online ha già i suoi problemi…
Primo esempio: cantine Val d’Oca, ottimo vino, servizio clienti ben fatto, curato e con newsletter per nulla invasive, anche il loro imballaggio è del medesimo livello.
Qui è evidente che qualcuno ha fatto i compiti e ha scelto bene: l’imballaggio è di polistirolo rigido, il coperchio aderisce perfettamente e quando arriva la confezione è chiusa da due regge. Resiste anche al corriere più violento e può essere riutilizzata per trasportare bottiglie in sicurezza.
Esempio opposto: un’enoteca con un buon sito, notifica del ricevimento dell’ordine, della lavorazione, ma nessuna notifica della spedizione, ma potrebbe essere una svista. Questo è il cartone appena aperto, non ho riarrangiato ad arte il contenuto, era proprio così:
In questo caso devo solo ringraziare il personale del corriere utilizzato per non aver maltrattato il cartone (riciclato di un loro fornitore, non nuovo, ma non mi lamento per questo visto che è un doppia onda).
Un imballaggio del genere può anche provocare infortuni a chi lo maneggia, sarebbe stato sufficiente mettere dei pezzi di cartone ripiegati per riempire gli spazi vuoti e già la situazione sarebbe migliorata.
È vero che un buon imballaggio è un costo, ma è anche la prima cosa che il cliente si trova davanti quando riceve la merce, una sorta di prima impressione in merito a quello che è stato ordinato. Pensateci.