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Gutenberg 2.0


Kindle sta per sbarcare da questa parte dello stagno, Sony pare creda davvero nei lettori di ebook e Barnes and Noble ha annunciato una sua versione di lettore. Potrebbero essere questi i segni che le pietre stanno veramente iniziando a rotolare?

Gutenberg ha avuto successo non tanto per la bontà della tecnologia che utilizzava, quanto per i costi nettamente inferiori dei suoi libri rispetto a quelli del suo periodo: la stampa a caratteri mobili non era solamente una buona idea, ma era dannatamente conveniente e permetteva di distribuire tante copie a costi ridotti rispetto agli amanuensi. Parimenti, il libro elettronico permette di evitare di far girare polpa di alberi morti sui camion ed arriva velocemente al fruitore del contenuto senza troppi passaggi intermedi.

Lasciando da parte la carta stampata per la notizia quotidiana, che fine faranno gli editori di libri? La mia opinione è che dipende da loro. Il rischio degli editori è che la grande distribuzione dei libri (Amazon, Barnes and Noble, Waterstone, Feltrinelli) prenda il sopravvento ed estrometta l’editore dalla catena alimentare del libro, che si ridurrebbe ad autore-distributore-lettore. L’alternativa dell’editore è che diventi esso stesso distributore, visto che non deve farsi più carico di portare il mazzo di fogli stampati in libreria o a casa del lettore, ma è il lettore che accede alla vetrina dell’editore tramite la Rete.

Probabilmente i grandi editori per primi diventeranno essi stessi distributori di contenuti o si affilieranno a catene di distribuzione (Amazon). Però Internet ha dimostrato che, diversamente dal mondo reale, anche un piccolo editore può godere di visibilità paragonabile al grande, puntando magari sulla specificità o sulla verticalità di un settore, come ad esempio ha fatto l’editore che ospita questo blog. Purtroppo nell’ultima fiera dei piccoli editori di Belgioioso (PV) non ho visto nulla di tutto ciò, ma, salvo rarissime eccezioni, solamente una distesa di alberi morti con stampati argomenti ritriti, di poco interesse e, spesso, anche un po’ presuntuosi. Ebook? Nemmeno l’ombra!

Se (o dovrei scrivere quando?) si farà strada l’editoria elettronica ci saranno degli scossoni iniziali di non poco conto: chi non si sa innovare non farà una bella fine e urlerà contro il mercato, contro l’ignoranza della gente, contro il sistema… Chi riuscirà a vedere oltre il proprio naso, chi non avrà paura di osare, chi non tratterà i propri clienti come dei pirati potrebbe avere una sorte migliore.

L’opzione per ridurre i costi di produzione e concentrarsi sui contenuti è lì fuori dalla porta che sta bussando: amanuensi o caratteri mobili?

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7 responses to “Gutenberg 2.0”

  1. Difficile non concordare con le tue conclusioni. Secondo me si stanno avvicinando giorni interessanti, in questo senso. L’apertura di una nuova frontiera è sempre il modo migliore per testare le capacità di adattamento di strutture divenute ormai pachidermiche. Speriamo che la selezione naturale sappia dare i risultati che ci aspettiamo, e che tentativi di pilotaggio genetico non interferiscano con gli esiti… 😉

  2. Il vantaggio delle nuove frontiere e’ che sono, appunto, nuove, sia per chi ci vuole lavorare onestamente, ma anche per chi tenta di lobbizzare in maniera poco onesta.
    Ci sara’ un periodo di caos e di regole poco chiare con fughe in avanti e sonore batoste, un po’ come il peiordo di Internet dal 1994 al 2000 (circa). Poi le cose si aggiusteranno grazie, come hai detto anche tu, alla genetica del sistema.
    Se prende piede il fenomeno eBook ne vedremo delle belle.

  3. Non credo che il pericolo che sparisca l’editore sia concreto. L’editore fa un lavoro che non è prescindibile, quello di selezione e promozione. Inoltre spesso la grande distribuzione è di proprietà degli editori…
    Penso anche che almeno ci vorrà almeno un ricambio generazionale perché gli ebook superino i libri stampati, anche se credo che in una decina d’anni il mercato potrà essere consistente.
    Sperem, che io di spostare scatoloni sono già stufo!
    S*

  4. Dobbiamo aspetare OSX XI per vedere gli ebook prevalere? 🙂

    Spero che avvenga un po’ prima… Se la cosa parte, credo che nel 2013 la carta sara’ relegata alle pubblicazioni di qualita’, come sarebbe giusto che sia.

  5. Ecco, questa della carta come opzione per le pubblicazioni di qualità è un altro spunto interessante. Personalmente, non mi dispiacerebbe che venisse a crearsi una sinergia tra e-book e servizi di print on demand.

    L’e-book a prezzo contenuto farebbe la massa del mercato. Con un surplus di prezzo, il lettore potrebbe poi avere il libro stampato qualora ritenesse che il valore del testo – qualitativo o semplicemente emotivo – fosse commisurato all’opportunità di tollerarne l’ingombro della cellulosa in libreria…

  6. L’ebook potrebbe essere l’inizio del business del print on demand. Gia’ adesso con il costo di un hardcover te ne puoi stampare uno con copertina rigida a colori, l’abbiamo fatto con dei manuali NASA dell’Aplollo 11.

  7. Poi il top sarà il ponte ologrammi, quando avremo sia il testo che il piacere di toccare con mano la “prima edizione”. Se non erro, la Janeway faceva così coi libri che leggeva, no?

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