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Questi sono i miei supereroi


Quarant’anni fa in queste ore Jack Swigert attivava, su consiglio del controllo missione, il sistema di rimescolamento delle bombole di ossigeno del modulo di servizio dell’Apollo XIII. A causa di una serie di piccoli incidenti capitati alla bombola di ossigeno numero 2, l’attivazione del sistema di rimescolamento ne provocava l’esplosione, annunciata dal comandante Jim Lovell con la famosa frase «Houston, we’ve had a problem here». L’esplosione distruggeva tutto il settore numero 3 del modulo di servizio, comprese le celle a combustibile.

I giorni successivi l’esplosione della bombola di ossigeno sono stati probabilmente uno dei più bei momenti della NASA. Le persone a terra sono riuscite a riportare a casa i tre astronauti (il terzo era Fred Haise) sani e salvi grazie alla loro incredibile competenza e ad un formidabile coordinamento. I tecnici non hanno dato nulla per scontato e hanno dovuto creare da zero una procedura di ritorno a terra basandosi su dati spesso poco certi.

Tra questi val la pena di citare John Aaron, già noto per il suggerimento «SCE to ‘Aux’» che aveva salvato la missione Apollo 12. Dopo l’esplosione, Gene Kranz aveva incaricato Aaron di supervisionare il razionamento dell’energia durante il volo di rientro; una delle sue soluzioni, sebbene contraria alle procedure del periodo, è stata l’idea di attivare la strumentazione all’ultimo momento, per poter disporre di energia sufficiente per azionare i sistemi automatici per l’apertura dei paracadute.

Se non l’avete mai fatto, questo potrebbe essere un buon momento per vedere il film di Ron Howard Apollo 13, che non ha la fedeltà di un documento storico (e non pretende di esserlo), ma è quanto di più vicino ad una narrazione fedele che si possa chiedere ad un film.

Per amor di precisione, la missione è iniziata l’11 aprile 1970 alle 19:13:00 UTC; l’esplosione della bombola d’ossigeno numero 2 è avvenuta il 14 aprile 1970 alle 03:07:53 UTC (55h55m GET); l’ammaraggio è avvenuto il 17 aprile 1970 alle 18:07:41 UTC


5 responses to “Questi sono i miei supereroi”

  1. Come non essere d’accordo con te? Passione, competenza, coraggio. Le capacità umane al loro meglio per un obiettivo pacifico e di conoscenza. E’ pur vero che c’era la motivazione politica e nazionalista, ma mai prima di allora tanti cervelli sono stati messi a lavorare insieme per un traguardo non bellico. Che possano tornare quei giorni, quando l’Uomo capirà, come ha fatto Clarke, che l’esplorazione dello Spazio è un’attività tanto emozionante quanto la guerra, ma incomparabilmente più utile.

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