La notizia: il motore di ricerca cinese Baidu ha bloccato le ricerche con parole chiave che hanno a che fare con il terremoto appena verificatosi nella regione del Qinghai che ha provocato, per ora, 400 vittime e 8.000 feriti.
Il contrasto con altri motori di ricerca occidentali è stridente: noi utilizziamo i motori di ricerca quando abbiamo bisogno di notizie, un esempio è l’analisi compiuta da Google trends (già Google zeitgeist). Limitare le ricerche proprio nel momento in cui sono più utili è un’azione che non ha certo bisogno di commenti.
Internet non è un brutto babau in cui non vigono regole, come ha scritto un giudice italiano (signor giudice, cosa ne pensa degli stadi italiani?). È un posto con delle regole differenti, che possono confondere chi si ostina a non volerle comprendere e insiste nel voler applicare paradigmi dello scorso millennio ad una tecnologia nuova. Internet è uno strumento in cui “pluralità d’informazione” non significa poter leggere sia il Corsera, sia la Repubblica, ma poter leggere il Guardian, Al Jazeera, il NY Times, El País, la FAZ, e Haaretz, farsi una propria idea di cosa stia succedendo e magari concludere facendosi due risate con il Sun e la Bild.
Possa questa pluralità avere vita lunga e prospera, ma stiamoci attenti.