E, dopo 48 ore abbondanti, non mi è successo nulla.
Trattavasi di Alpino Osella acquistato in un supermercato ben prima della data di scadenza, conservato in frigorifero (no frost, per la precisione) nella sua confezione integra e consumato 40 giorni dopo la data di scadenza impressa sulla confezione.
Dirò di più: quel formaggio mi piace maggiormente dopo la data di presunta scadenza, è più di un anno che lo mangio scaduto.
Ci sono alimenti che vanno consumati rapidamente, come, a titolo di esempio, il latte fresco, il mascarpone, il pesce. Su questo non ci sono dubbi.
Ce ne sono altri che non capisco perché abbiano una data di scadenza. Cosa succede al sale da cucina o al bicarbonato di sodio per uso alimentare dopo che scadono? Si trasformano misteriosamente in cianuro di potassio? Esplodono? Si avventano contro di me con intenti omicidi?
Quanto sopra non di certo per invitare i tre lettori di questo delirio ad ignorare le norme di igiene alimentare; ma fermarsi ogni tanto e chiedersi se abbia un senso tutto quello che viene scritto sulle etichette di quello che comperiamo potrebbe portare a qualche scoperta divertente, come la variabilità della scadenza delle bibite.
4 responses to “Ho mangiato un formaggio scaduto da 40 giorni”
Molte sono scadenze che servono solo a far girare la merce in magazzino, una volta quelle cose non scadevano affatto, addirittura la Cioccolata aveva scadenza di un anno, adesso non supera i 6 mesi. Scade anche il vino, fai te! 🙂
Il simil-vino nei tetrapack potrebbe avere una reagione per la scadenza, ma il bicarbonato alimentare cosa diavolo vuoi che scada? E’ una molecola stabilissima, non ha senso mettere una scadenza. Il sale poi…
E’ solo un sistema per obbligare tutta la filiera ad acquistare di piu’ e a fare in modo che i NAS rompano le balle ai bar che si dimenticano (davvero) una singola lattina nell’angolo oscuro del frigorifero.
E ora i tuoi lettori sono 4… Sono atterrata qua sopra provenendo dal sito di Vittorio – vivalafocaccia – e mi ci sono appassionata. Soprattutto alla tua deliziosa acidità che lascia intravedere il luccichio di un’intelligenza vispa e ben coltivata.
Per quello che riguarda le scadenze… sarà che sto diventando DAVVERO vecchia, ma una volta non esistevano; e finchè l’aspetto e l’odore erano civili si consumava senza pensieri.
Ciao
lastrega: grazie per i complimenti immeritati (ecco, cosi’ abbiamo sistemato la parvenza di modestia).
Condivido l’utilizzo critico dei propri sensi per decidere il consumo di un alimento.
Ringrazio ancora una volta il bellissimo sito di Vittorio, fonte inesauribile di ricette dell’arte bianca (e di utenti di blog altrui)!