La prima volta che ho sentito parlare di e provato la marmellata di olive è stato qualche anno fa a Naxos al museo delle olive di Eggares, Naxos, Grecia.
Eggares è un centro abitato piccolissimo e ci siamo fermati per curiosità. L’accesso al museo è gratuito e include una spiegazione di come veniva lavorata l’oliva prima dell’automazione. Il negozio accanto al museo vale non solo la fermata, ma anche gli acquisti.
La foto che vedere a lato ritrae un altro tipo di marmellata di olive che ho comperato lo scorso anno a Rodi, in transito per altre isole del Dodecanneso.
Probabilmente c’è qualcuno che la produce anche in Italia; la marmellata di olive è qualcosa di strano che vale la pena di provare.
Non si tratta di una marmellata da consumare a colazione, ma è un prodotto da abbinare ai formaggi.
Il gusto è molto strano e dipende moltissimo dal cultivar di oliva utilizzato.
La prima sensazione è di amaro, immediatamente seguita dal dolce degli zuccheri aggiunti.
Ho fatto un po’ di prove con veri formaggi e per il momento quello che si sposa meglio con questo tipo di marmellata di olive è il pecorino di Amatrice che ho trovato al supermercato abituale.
Il salato del pecorino con il dolce della marmellata unito al retrogusto amaro creano un mix molto gradevole.
Se vi capita sotto mano un vasetto di marmellata di olive concedetegli un’opportunità.